mercoledì 15 settembre 2010

Le pagelle del Consigliere Paganoni:sorprese?

Come ogni anno il Consigliere Paganoni ha stilato le sue speciali classifiche del lavoro dei Consiglieri Comunali. Ottimo lavoro, per chi ha e conserva un poco di tempo per la statistica.

Ma dato che, statisticamente, "una discesa vista dal basso sembra quasi una salita", si deve riflettere sul fatto che noi, Consiglieri di Maggioranza, il "lavoro" ed il nostro compito lo svolgiamo per lo più preventivamente, con i nostri Assessori e prima di arrivare in Consiglio. Poi, in Consiglio, il consenso lo esprimiamo con il voto, lasciando da parte la sia pur legittima voglia di apparire con il nostro nome, magari sulle pagnine del quotato quotidiano locale.

Ovviamente, è non solo lecito ma anche corretto che la minoranza si comporti in maniera del tutto opposta, magari sfiornado l'ostruzionismo o mettendo in atto tattiche faticatorie che vorrebbero "sfiancare" i colleghi di maggioranza, intervenendo su tutto e per tutto, magari anche solo dicendo "io non capisco" e "sono d'accordo con tutti i colleghi della mia coalizione che sono già intervenuti". Peccato che il nostro tempo abbia un costo per il cittadino. Peccato che così venga magari fatto un uso anche improrio dei 10 minuti che il regolamento assegna a ciscuno.

Comunque rimango dell'opinione: solamente sotto questo aspetto, se non ci fosse un "Paganoni", bisognerebbe inventarlo.



venerdì 9 luglio 2010

Risposta dovuta agli agitatori del c.d. "Comitato" Carnovali

Non avrei voluto rispondere a quanto apparso sulla stampa. Mi trovo invece costretto perchè – come si suol dire – "quando è troppo, è troppo" e, soprattutto, per tranquillizzare i concittadini del quartiere Carnovali.
Intervengo quindi sia in veste di Consigliere Comunale ma anche, e ovviamente, in qualità di residente di quel quartiere. Come persona da anni impegnata – con molti altri - in vari ambiti del territorio, proprio nel tentativo di migliorare lo stato delle cose, con lo sguardo puntato sulla realtà e senza voler vendere fumo o spacciare promesse irrealizzabili: insomma, con massima onestà di giudizio e serietà politica.
Le madri dei problemi del quartiere sembrano essere ora due: le cosiddette "case Aler" di Via Carnovali e la realizzazione del Progetto Integrato d'Intervento di Via Autostrada. Ho deliberatamente usato il verbo "sembrare", poichè è quanto emerge dalla stampa che così ha descritto gli obbiettivi dello sterile attacco all'operato di questa Amministrazione Comunale.
Quindi, con ordine, cerco di veicolare il mio apporto su questi temi e di chiarire la situazione ad uso di tutti.
Come Consigliere Comunale, fin dai primi giorni del mandato, ho seguito e continuo a seguire l'iter amministrativo che porterà – a brevissimo – all'inizio concreto dei lavori che interesseranno la zona di via Autostrada: il famigerato ed omonimo Progetto Integrato d'Intervento.
Dalla realizzazione di quest'opera (pensata e varata definitivamennte dalla precedente Amministrazione) deriveranno, per il quartiere e per la città, una nuova viabilità di zona e, ben lo sappiamo tutti, una nuova struttura alberghiera, un "centro direzionale" (o fabbricato ad uso uffici che dir si voglia) e l'ennesima struttura commerciale. Sia detto per la cronaca: prima di quel progetto, quasi mai il quartiere è entrato nell'interesse dell'Amministrazione Comunale con la medesima intensità.
Ricordo come il quartiere, dal 2007 in poi, avesse ripetutamente chiesto, a mitigazione pur sempre parziale di tale operazione edilizia – ritenuta invasiva e lesiva degli ultimi spazi disponibili – non "la luna", non cadeaux, ma risposte concrete a tre esigenze reali: una scuola dell'infanzia (considerando l'incremento prevedibilissimo di residenti), viabilità coerente e parcheggi a disposizione dei residenti (non ipogei, per ovvi motivi di sicurezza) e verde "fruibile". Il tutto valutando quanto fosse effettivamente possibile realizzare in uno spazio che, comunque, è (e rimane) fisicamente limitato.
La storia narra di come queste istanze, benchè supportate anche da una raccolta di firme eccezionale (oltre 600), e da altre iniziative del tutto civili e democratiche che diedero mandato e legittimarono i promotori, non abbiamo ricevuto alcuna attenzione o risposta dalla precedente amministrazione che, invece, supportata da un altro "comitato" (del tutto a favore dell'intervento tale quale era stato proposto) repentinamente quanto magicamente e sorprendentemene sorto, ebbe a varare in modo definitivo tale progetto, proprio nell'ultimo periodo del suo mandato.
Questa è storia. Questi sono i fatti, anche testimoniati dall'attenzione della stampa in quel periodo.
Dai primi giorni di luglio dello scorso anno questa Amministrazione, nel pieno rispetto dei patti intercorsi con i cittadini ed elettori, ha subito posto mano a molti problemi ereditati, fra cui quello in questione, con serietà e "dicendo tutti i sì possibili", iniziando a realizzare quanto è stato chiesto dalla gente, modificando e migliorando lo stato di progetti ereditati.
Carnovali, grazie alla collaborazione di due assessorati, sotto l'egida del Sindaco, e grazie alla sensibilità dimostrata dall'attuatore del progetto, avrà quindi la sua scuola dell'infanzia. Più avanti, nuovi impianti sportivi localizzati in area strettamente attigua a quella delle strutture parrocchiali già esistenti. Avrà più spazi a servizio della comunità e parcheggi. Unico limite: le risorse disponibili (secondo quella responsabilità e serietà amministrativa che questa Giunta e Sindaco hanno fatto proprie) e i tempi necessitati dalle "correzioni" apportate al progetto. Circa la tempistica, si sappia che nelle scorse settimane si è avuto l'ultimo dei numerosi incontri fra l'operatore ed i responsabili del procedimento per definire le procedure di rilascio del Permesso a costruire per il primo lotto delle opere di urbanizzazione ( rotatoria, strade e viabilità interna) e per il permesso per gli edifici commerciali. I lavori quindi inizieranno a breve. Per la fine dell'anno si avrà invece il progetto esecutivo per la scuola dell'infanzia.
Problema "Case Aler".
E' noto a chiunque come la risoluzione dell'annoso caso non dipenda dall'Amministrazione Comunale, ma essenzialmente dalle decisioni di un Tribunale. Se così non fosse, probabilmente avremmo già chiuso il problema. Non dipende neppure solo dalla volontà dell'Aler. I dettagli della situazione, già oggetto di numerosi articoli apparsi anche recentemente, sono chiarissimi per cui, per ora e solo per ora, non intendo dilungarmi. Ma deve esser anche chiaramente detto che l'attenzione dell'Aler, del Consiglio Comunale e della Giunta, mia e di ogni attore in scena è massima, ognuno per le sue competenze: tuttavia – ribadisco - la soluzione definitiva dipende da tempi imposti da organi giudiziari. Come già riferito dalla stampa, per il prossimo anno l'Aler potrà ribandire l'appalto e successivamente riprendere i lavori.
Detto tutto quanto sopra, non posso esimermi dal constatare, con non poca amarezza, come proprio gli animatori di quell'altro "comitato", quello sorto a sostegno del P.I.I. di via Autostrada e "ad usum Delphini", ora – e solo ora – scoprano i problemi di viabilità, di parcheggio e di vivibità del quartiere ma magicamente scordino che tali problemi sono stati "fissati" e resi "quasi immodificanbili" proprio da quel progetto che loro stessi hanno sostenuto. Rilevo come gli stessi soggetti non esitino neppure un attimo, con buon "pelo sullo stomaco", a sollevare un caso (e qui mi riferisco in particolare a quello delle "Case Aler") in maniera smaccatamente e spudoratamente strumentale e con modalità diciamo "poco urbane" (belli i graffiti a spray rosa sulla recinzione del cantiere!..aumentano il senso di degrado, fanno gioco, e quindi li fanno finire sul giornale!): modalità che nulla di positivo e costruttivo apportano al quartiere.
Questo comportamento sarà forse nel loro stile, starà forse scitto nel loro DNA, ma mi pare unicamente cinico e tristemente folkloristico. Se i problemi del quartiere sono seri, serio deve essere il comportamento di chi se ne fa carico. E l'attuale amministrazione, anche in questo caso, sta seriamente e concretamente operando.

martedì 16 febbraio 2010

Rieccomi qui!

Non per cattiva volontà, ma travolto dagli impegni! Questo blog non è stato “movimentato” dal mese di aprile dello scorso anno e, nel frattempo, molte cose sono cambiate…La campagna elettorale, faticosa ma ricca di soddisfazioni, mi ha condotto all’elezione al Consiglio Comunale di Bergamo con un risultato che definisco ottimo. Non tanto per le 185 preferenze ricevute, ma per l’arrichimento umano che mi ha portato la fatica (a tratti davvero enorme) che è mi costato il porta-a-porta su cui ho basato tutto. Ho raccolto volti, speranze e una marea di problemi che la gente, giustamente, mi ha consegnato, problemi a cui ho dedicato, e dedico, ogni attimo del mio tempo disponibile. Così sono venute le nomine in diverse commissioni comunali (lavori pubblici, trasparenza, elettorale e commissione elettorale provinciale…) e la nomina di rappresentane del Consiglio Comunale nella Consulta delle Politiche Familiari. Quello che mi aspettavo, ho avuto.

Ora, nell’immediato, oltre che a continuare in questo compito con il massimo impegno possibile, mi sto spendendo per un amico che si ripresenta candidato alle prossime elezioni regionali nella lista del PDL: Marcello Raimondi. C’è da dire che senza le 185 persone che hanno scritto il mio nome come preferenza alle scorse comunali, io non potrei far nulla di ciò che faccio nell’interesse comune. C’è anche da dire che, senza l’amicizia che mi lega a Marcello da ben oltre due decenni, la mia avventura non sarebbe mai iniziata e non porterebbe frutti. Marcello, per me, è “uno di noi”, uno di cui io mi fido pienamente ed è l’amico che sa dirti: “Io mi fido di te!”…e sa dimostrarlo. Basta vedere cosa, come e quanto ha fatto, anche solo visitando il suo sito su http://www.marcelloraimondi.it/.

Ritornerò in tema in questi giorni ma, per ora, io affermo: Raimondi in Regione è come se io fossi lì e, se tanto posso immaginare concretamente, tanto possono fare anche tutti quelli che – lo scorso giugno – mi hanno sostenuto e preferito.

sabato 11 aprile 2009

Una delle tante scelte sbagliate.

Nella sua «fame edificatoria» questa amministrazione non si è fatta mancare neppure l’ipotesi di edificare nel Cimitero comunale di Colognola un «reparto speciale»riservato ai soli cittadini di religione islamica, una scelta fortemente perseguita durante tutto il mandato, nonostante le ripetute richieste dei residenti e soprattutto della Circoscrizione n. 7 ad affrontare una situazione così delicata con maggiore riflessione e pacatezza.
Al di là dell’esame tecnico della convenzione per la concessione dell’area cimiteriale, idonea prestarsi a diverse interpretazioni nei punti più sensibili, solo in parte ritoccate a seguito dei pareri del Consiglio circoscrizionale, sono necessarie alcune osservazioni di carattere politico,alle quali l’amministrazione non ha mai risposto:
1) perché si è voluta creare una sezione separata del cimitero, con un proprio ingresso, orario e servizio, separata dal resto del complesso da un muro, e non invece un’area all’interno dello stesso cimitero dedicata alla sepoltura islamica nel rispetto di un servizio dell’intera collettività, così come avviene per tutte le altre confessioni religiose ed in tutte le città d'Europa? Il rischio di ghettizzazione è evidente, e preoccupa che ciò avvenga in occasione della morte.
2) perché proprio nel Cimitero di Colognola? La creazione di tale sezione-ghetto, peraltro sproporzionata rispetto alle eventuali esigenze, destinata ad accogliere salme anche da Comuni limitrofi, limita l’area disponibile per l’intera collettività in un piccolo complesso cimiteriale già ai limiti della sua capienza e, in considerazione dell’attività edificatoria in progetto, senza nesuna possibilità di ampliamento ulteriore;
3) perché l’intera gestione è stata affidata ad un’associazione privata? Sconcerta il fatto che l’Amministrazione, per un suo servizio alla collettività per il quale dispone di personale addestrato, specializzato e selezionato per concorso pubblico, si affidi ad una O.N.L.U.S. privata, alla quale spetta anche la scelta discrezionale di chi far seppellire;
4) è consapevole l’Amministrazione (domanda invero retorica...) che, secondo la legge coranica, un’area destinata al culto esclusivo di tale fede lo rimarrà per sempre, senza possibilità di revoca, a meno di far sorgere prevedibili ed aspri dibattiti e - quantomeno - dissensi pericolosi? Lascia senza parole l'apparente leggerezza con la quale si prevedono scadenze temporali alla concessione, ben sapendo che non potranno mai essere rispettate.
5) infine: perché un tale privilegio è stato concesso solo ai fedeli di religione islamica, privilegiati rispetto a quelli di tutte le altre confessioni o atei?
Le risposte a queste domande non arriveranno e, a convenzione stipulata, la prossima Amministrazione Comunale dovrà cercare di porre rimedio al problema, se la comunità, davanti al fatto compiuto, si accorgerà che proprio di una scelta sbagliata e puramente ideologica si tratta. Il tutto, senza far si che i costi di scelte errate ricadano - ancora una volta - sulla collettività.
Giancarlo Barbieri - Lorenzo Vitali

sabato 14 marzo 2009

Un grossolano errore...

Forse a qualcuno potrebbe essere sfuggito il grossolano errore, contenuto nella lettera a firma di un circolo del PD, apparsa lo scorso 5 marzo sulle pagine de "L'Eco di Bergamo", dal titolo: "L'anno che verrà ".

Il furbo estensore, attacca a testa bassa il Governo per il preteso fallimento della sua politica economica ed afferma impunemente, in relazione alla prossima consultazione referendaria in tema di legge elettorale, che questa "vuole restituire agli elettori la possibilità di poter esprimere con la preferenza..." la propria volontà .

Ma quando mai!

Nessuno evidentemente ha letto i quesiti referendari, che riguardano invece il p.m. "premio di maggioranza" e le c.d. "candidature multiple". Niente a che vedere con le preferenze, nulla a che vedere una maggior possibilità d'esprimere la propria volontà per l'elettore!

E allora, delle due l'una: o l'autore (forse, dato lo stile, l'autrice) non sapendo nulla di nulla, ma con il compito di attaccare - sempre e comunque - l'avversario appena si muove, ha come al solito aperto bocca proferendo sciocchezze imparate a memoria oppure mentiva sapendo di mentire e, in tal caso, il fatto è di una gravità assoluta.

Il PD con i suoi circoli, dimostrano ancora di essere solo quello che sono e sono sempre stati: la fucina della disinformazione e dell'attacco strumentale, condotto con tecnica da guerriglia.

Fortunatamente, la gente incomincia a capire e, sicuramente, farà memoria anche di questo.

sabato 22 marzo 2008

Un dato certo.

Un dato è certo: la crisi del sistema elettivo rappresentativo italiano - denunciata dal prof. Miglio nelle aule dell’Università Cattolica di Milano, già alla fine degli anni settanta - è all’ultimo atto.
Sulla scena si recita il requiem all’ideologia.
I vessilli sbandierati per decenni dai partiti della nostra classe politica non trovano più nessuno minimamente disposto a sorreggerli.
L’ideologia, alla fine, ha gettato la maschera, rivelandosi, quale essa è: falsa.
Non si tratta di un giudizio moralistico, ma di un’evidenza denunciata dai fatti e già insita nella genesi stessa dell’ideologia, come pretesa di fornire una chiave interpretativa della realtà “per sempre”.
Ciò non toglie che, in primis, sia potuta scaturire da una lucida analisi di un momento storico, ma la sua affermazione come soluzione ultima alle attese della società - fossilizzandosi nell’utopia - ne ha compromesso inevitabilmente la sopravvivenza.
Con il trascorrere del tempo, si è via via scollata dalla realtà, di cui ha ignorato il dinamismo, risultando falsa già un attimo dopo la sua enunciazione.
A fronte di questo quadro – a dir poco – desolante, si avverte l’urgenza di un cambiamento, che non investe tanto questo o quel partito, ma il modo stesso di fare e di intendere la politica.
E’ l’esigenza di restituirle dignità nell’alveo della sua vocazione originaria: non mero esercizio del potere per il potere, governata da leggi proprie spesso ostili al cittadino, ma gestione del potere al servizio della polis, della comunità sociale in continuo divenire e, comunque, ancorata ad alcuni fondamentali, irrinunciabili diritti.
Politica come costante apertura al reale, capacità di ascolto, di cogliere le istanze della società e le relative dinamiche: solo adesione alla realtà e fedeltà a questo atteggiamento, per preservarci dall’inganno.

giovedì 20 marzo 2008

Un breve intervento...

Storia di una esperienza

Voglio raccontare brevemente la storia stupefacente di una esperienza che definirei singolare.
Singolare perche’ nasce coinvolgendo 10 persone che prima di un certo momento non si conoscevano fra loro, che da tempo sentivano l’esigenza di dover fare qualcosa in prima persona per tutti e che da un certo momento hanno trovato il modo per tentare di realizzare quanto stava loro a cuore.
Questa puo’ essere definita la storia di un incontro.
Un professore, un bancario, un giornalista, un avvocato, una casalinga, un laureato, un pensionato…tutte persone con storie diverse ma che, una volta scoperto che anche altre persone – loro vicine – nutrivano i medesimi obiettivi ed una volta scoperto che “probabilmente” si poteva fare hanno detto: possimo farlo.
essenzialmente condividendo la rete di conoscenze ed amicizie che ciascuno ha.
Dichiarando pubblicamente la propria appartenenza.
Mettendo a disposizione anche quel poco di tempo libero per la realizzazione di progetti realisticamente alla portata.
Ma perche’ abbiamo costutito un circolo?
"Il nostro circolo vuol essere maturazione di una riflessione su “un sintomo che qualche cosa in questa direzione (nel senso della presenza manifesta sul territorio) si muove, specie tra i giovani e tra quei politici che concepiscono la politica non in modo statico, come “patriottismo di partito” o difesa a oltranza di tutte le proprie prese di posizione passate, ma dinamicamente, come una continua acquisizione di nuovi elementi, come un continuo progresso nella conoscenza della realtà presente e passata. Infatti, più e prima la politica acquista consapevolezza storica, più e prima si adegua alla nuova realtà e può incidere veramente su di essa” (cit. Renzo De Felice)".
I primi passi:
"Il Circolo della Libertà “Giovanni Carnovali” è nato il 5 febbraio 2007 dalla voglia di dieci cittadini di rendersi espressione, sul territorio, delle istanze cattoliche e liberali proprie della maggioranza (finora) troppo silenziosa.
Potevamo iscriverci ad uno dei circoli già esistenti a Bergamo per sostenerne gli obiettivi e le iniziative, ma sapevamo di volere molto di più: volevamo essere protagonisti, essere espressione della vocazione cattolica, liberale e riformista dei nostri quartieri, una vocazione apparentemente minoritaria (come solo apparentemente lo è in tutto il paese), ma – ne eravamo e ne siamo sicuri – solo perché non aveva ancora trovato punti di riferimento culturali saldi e visibili.
Ecco, per noi fondare il proprio circolo ha voluto dire impegnarsi per essere protagonisti, per ridare slancio e vigore a quegli ideali che sopra ho già richiamato, per non cadere nella retorica dell’antipolitica più triste, per “fare politica” nel senso più genuino del termine, per essere al servizio dei cittadini quali noi tutti siamo nel rispetto di valori condivisi."
E allora?
Alcuni di noi avevano (e tutt’ora continuano ad avere) un ruolo in un Partito.
Tutti noi ci riconosciamo nel PDL (Popolo della Liberta’ sottolineo, non Partito della Liberta’). Abbiamo quindi solo deciso di portare quanto vi sta’ dentro alla gente e vicino alla gente, tramite le nostre facce e sotto le loro case, nei nostri quartieri (non solo in centro o nei salotti buoni). Perche’, secondo noi, e’ dove il problema sorge che il problema deve essere affrontato, eliminando – anche fisicamente – la distanza fra chi “fa politica” e chi avverte l’esistenza di un problema che la politica deve affrontare e tentare di risolvere.
Lo strumento del circolo ci ha permesso quidi di:
- coagulare esperienze diverse
- costruire una rete se volete periferica d’intervento pratico e di radicamento territoriale
- realizzare alcuni interventi che stanno andando a maturazione.
Lo strumento del circolo ci sta’ quindi permettendo di concretizzare gli obiettivi.
Lo vediamo dalla disponibilita’ della gente alle varie occasioni d’incontro (non da ultimi i gazebo organizzati dalla fine 2007 - importantissimi) e lo vedremo ancor di piu’ (ormai ne ho la certezza) in occasione dei prossimi appuntamenti per le elezioni amministrative, siano esse regionali o comunali.
La gente (e questo e’ stato come scoprire l’acqua calda) vuole contare di piu’, solo aspetta di sapere il come farlo.
E la presenza e’ assolutamemte indispensabile per concretizzare una testimonianza.
Le nostre facce sono un testimonianza.
Il polso della situazione me lo da l’entusiasmo (non so come definire diversamente quel moto d’animo che ho percepito anche a 3 gradi sotto lo zero a meta’ novembre 2007 con i primi gazebo…) che la gente ci dava. A noi stava solo il compito di leggere questo messaggio (peraltro ben chiaro) e tradurlo in opera.
Io, noi, non pretendiamo certamente d’avere la verita’ in tasca, ma abbiamo raggiunto una certezza: il campo e’ grande ma per raggiungere lo scopo c’e’ bisogno di tutti, di ciascuno di noi, anche per quel poco che ciascuno puo’ dare e per il come ciscuno puo’.